Ma chi le ha inventate queste forchette? Le usiamo ogni giorno, ma nascono proprio così: la loro storia è parecchio interessante!
Un utensile da cucina che ad oggi, se non ci fosse, dovrebbe essere assolutamente inventato: parliamo ovviamente della forchetta, non utile solo ad afferrare i cibi che mangiamo, ma anche ad arrotolare gli spaghetti, a infilzare le carni da tagliare o da usare per decorare piatti dolci e salati. Solitamente riposta nel cassetto della cucina, è talmente di uso comune che in realtà pochi si sono effettivamente chiesti che storia abbia. Ma noi di Zoomcucina lo abbiamo fatto e abbiamo scoperto qualcosa di incredibile!
Rispetto a quanto si possa pensare, la forchetta in acciaio inossidabile che oggi abbiamo tutti e che nei negozi per casa costa pochissimo, ha un passato burrascoso, soprattutto con la Chiesa. Non lo avreste mai detto, neppure noi effettivamente! Ma non finisce mica qui, questo è solo il preludio di una storia che potrebbe sfiorare il limite dell’assurdo. La vogliamo scoprire insieme per intero?
Chi ha inventato le forchette: tra Chiesa e principesse peccaminose, la storia è incredibile
Le prime conferme storiche circa l’esistenza delle forchette le ritroviamo nelle case più abbienti dell’Impero Romano, dal popolo molto più avanti rispetto ad altri in termini di cultura, società ed innovazioni. Qui avevamo la cosiddetta lingula, una sorta di piccolo forcone a due rebbi che veniva adibito al taglio delle carni. La servitù era solita tenere il coltello mentre il padrone infilzava le varie cotte per evitare di tagliarsi. Ciononostante non era assolutamente usata per portare il cibo alla bocca. Aveva quindi più un uso prettamente legato alla porzionatura.
Dovremo attendere circa l’anno 1000 per avere un passaggio in avanti sul suo uso. I bizantini possedevano già alcuni usi e costumi diversi rispetto a quelli romani, tant’è che dovremo arrivare a Venezia per scoprire la prima antenata dell’attuale forchetta e bisogna ringraziare la principessa Maria Argyropoulaina. Andata in sposa a Giovanni Orseolo, figlio del Doge Pietro II, durante il banchetto del matrimonio estrasse da un piccolo astuccio una sorta di piccolo forcone con cui portò il cibo alla bocca. Lo stupore degli invitati fu tanto, persino da parte dell’Orseolo poiché fino a quel momento si mangiava con le mani.
Non solo, il gesto della principessa di usare uno strumento per mangiare venne visto come peccaminoso e irrispettoso, così la Chiesa definì quel piccolo forcone strumento del diavolo. Dopo qualche anno la principessa morì di peste insieme al suo nascituro e venne vista la sua morte come cattivo presagio proprio sull’uso solito della forchetta da parte di quest’ultima. Dovremo quindi attendere altri cinque secoli prima che la forchetta iniziò a non essere più bandita e vista come strumento del male, anche se all’interno di Chiese e montasteri vi era il divieto assoluto di usarla.
Nel 1500 iniziò ad essere sempre più diffusa tra il ceto nobile quella appena descritta e dovremo attendere sino al 1700 per ritrovare la più tipica forma a 4 rebbi. Sicuramente quella di uso comune odierno si deve alla Corte dei Borbone a Napoli, poiché ritenuto strumento fondamentale per arrotolare gli spaghetti. Da lì in poi iniziò ad essere sempre più importante sulle tavole, fin quando venne usata non solo per la pasta, ma anche per i secondi e i dessert!