Durante un ultimo incontro a tema Intelligenza Artificiale, Massimo Bottura è stato chiaro, ammettendo di dover sbagliare: anzi, è quasi d’obbligo!
Il mondo dell’Intelligenza Artificiale, o più comunemente IA come si presenta oggi, ha abbracciato e interessato diversi campi, non solo dal punto di vista sociale, ma anche tecnologico e innovativo. Sia chiaro, lo sviluppo di nuove forme di comunicazione non può assolutamente essere fermato, tantomeno ridotto a una semplice scoperta, anzi, in campo medico l’utilizzo dell’IA ha permesso notevoli passi avanti, vedi ad esempio la scoperta di piccoli tumori non visibili con gli attuali macchinari, la possibilità di prevedere gli effetti al lungo termine della cura contro il cancro al seno, così come eventuale diagnosi per il tumore alla prostata.
Anche il mondo culinario non è rimasto esente dal suo tocco, tant’è che sono già apparsi i primi ristoranti fondati totalmente sull’uso dell’Intelligenza Artificiale. Eppure, se da una parte questa garantisce evoluzione, sopravvivenza e scoperta, è indubbio che dall’altra vi sia un gap non indifferente: la mancanza di errori. E su questo, il noto chef dalle 3 stelle Michelin Massimo Bottura è stato chiaro. Anche lui sbaglia e deve sbagliare. Ma in quale senso e contesto?
Un antico detto recita ‘Sbagliando si impara‘ e in un’epoca come la nostra, l’errore non può essere visto e ridotto soltanto a semplice atto di distrazione o mancata conoscenza, piuttosto come possibilità. Di apprendere, rivedere e rivedersi, rianalizzare e rianalizzarsi. E nonostante l’avvento dell’IA nel mondo culinario abbia già ampiamente preso piede, Massimo Bottura preferisce andare contro corrente. E lo fa proprio a New York, in un evento importante organizzato dalla Quilt AI company.
Per Bottura, che ricordiamo è chef e proprietario dell’Osteria Francescana di Modena con ben tre stelle Michelin, l’errore e lo sbaglio devono essere visti come opportunità. L’Alta Cucina così come la intendiamo noi vede un percorso composto da passaggi, in cui prove su prove e fallimenti su fallimenti permettono poi di poter partorire quella che sia l’idea finale. Non può esistere un percorso evocativo emozionale col cibo che non veda prima un’umanizzazione del fallimento, quella crescita necessaria che possa poi farci contemplare la nascita di qualcosa di bello, buono e prezioso.
Come lo stesso ha affermato: ‘Il cuore di un ristorante stellato rimane irrimediabilmente legato all’emozione, all’improvvisazione e alla sperimentazione‘. A tal proposito ha ricordato come nacque uno dei suoi dolci più famosi, il ‘Ops! I drop the lemon tart‘, una crostata al limone 2.0, rivisitata e rinnovata. Quest’ultima cadde dalle mani del pastry chef Takahiko Kondo, rompendosi sul piano da lavoro. Bottura però ebbe il suo lampo di genio, servendola già rotta.
Inutile ricordare che fu un successo su tutta la linea. Il dolce da quel momento venne sempre servito rotto, per ricordarsi e ricordare che l’errore è spesso quel cambio di prospettiva necessario per arrivare alla vittoria, a un percorso nuovo e necessario. E se fallire significa rinnovare, in questo caso errare è umano. E perseverare può essere diabolico solo per chi non sappia accettare il rischio.
Versatile e salutare: la friggitrice ad aria Come pulire la friggitrice ad aria, i consigli…
Cibo e intossicazioni, un argomento delicato: dai funghi fino alle conserve, quali sono i rischi…
Olio al peperoncino, una specialità a ricetta per prepararlo in casa L'olio al peperoncino è…
Le alternative plant based arrivano nei fast food della catena americana. Come sono i nuovi…
Crema al caffè all'acqua, veloce con solo 2 ingredienti La crema al caffè all'acqua rappresenta…
Frittelle di zucca di Benedetta Rossi, soffici e buonissime Le frittelle di zucca rappresentano una…