Due famose aziende di olio nei guai: olio estero veniva spacciato per olio italiano. Vediamo tutto nei dettagli.
Sono tanti i prodotti italiani che rappresentano un po’ un orgoglio, che hanno fatto diventare grande la nostra cucina mediterranea e che ci rappresentano in tutto il mondo. Basti pensare alla pasta oppure alla pizza o ai nostri eccellenti formaggi che vengono esportati in tutto il mondo.
Ma c’è un prodotto che più di tutti significa Italia: l’olio extra vergine di oliva. Si tratta del nostro “oro”: il nostro Paese ne produce e ne consuma in grandissime quantità. La dieta mediterranea non potrebbe forse nemmeno esistere senza l’olio extra vergine di oliva. Purtroppo, proprio perché si tratta di un prodotto estremamente pregiato, costoso e molto richiesto, le frodi sono all’ordine del giorno. Di recente due aziende famose sono state colte a spacciare olio estero per olio italiano.
Sei davvero sicura di quello che metti nel carrello e, di conseguenza, nel piatto, quando vai a fare la spesa al supermercato? Purtroppo le truffe non finiscono mai. L’ultimo riguarda proprio uno dei prodotti più amati e più consumati in Italia: l’olio extra vergine di oliva.
Non sapremmo mai immaginare la cucina mediterranea senza il suo “oro giallo”: l’olio extra vergine di oliva. Che sia quello ligure, quello toscano, quello del Garda o quello del Sud, una cosa è certa: il nostro olio evo è un’eccellenza e rende unico qualunque piatto.
Non solo è gustoso ma è anche sano in quanto ricco di grassi Omega 3 – fondamentali per la salute del cuore – e di sostanze antiossidanti. Purtroppo, tuttavia, come non è tutto oro quello che luccica così non è tutto olio evo italiano quello che viene venduto come tale.
La Guardia di Finanza procede nei controlli e, nei giorni scorsi, è stata eseguita un’operazione che ha portato al sequestro preventivo di olio di due aziende. Le due aziende in questione si trovano una in provincia di Brindisi, in Puglia e l’altra in provincia di Rieti, nel Lazio. Le due aziende in questione sono accusate di frode commerciale, contraffazione di indicazione geografica e falso.
In pratica, attraverso intercettazioni, gli investigatori hanno scoperto che le aziende vendevano olio proveniente dalla Grecia spacciandolo per olio extra vergine di oliva italiano. Il prodotto, invece di essere etichettato e venduto come greco, veniva travasato in piccoli lotti così da riuscire ad eluderne la tracciabilità.
Ma non è finita qui: sono state vendute 500 tonnellate di olio di annate precedenti come se, invece, fosse olio “nuovo” e, dunque, le due aziende hanno potuto ottenere incassi più alti. In totale, le aziende avevano generando profitti illeciti stimati in oltre 940 mila euro.
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