Ora che l’autunno è vicino tanti apprezzeranno la parigina napoletanta: ecco cos’ha di speciale, che la rende gustosa.
Le temperature si stanno via via abbassando un po’ in tutta Italia, la differenza appare evidente soprattutto al Nord, dove il clima è cambiato nell’arco di una decina di giorni. Questo non può che influire anche sulla nostra quotidianità, compreso quello che decidiamo di fare in cucina. Ora non si disdegna più l’idea di accendere il forno e fare qualcosa che possa richiedere una cottura più o meno lunga, ben sapendo come questo elettrodomestico permetta di fare piatti gustosi.
Tra le soluzioni ideali che possono essere amate un po’ da tutti, sia come accompagnamento a quello che si è preparato sia come pasto principale c’è la parigina. Si tratta di qualcosa che può essre apprezzato soprattutto da chi ama pizza e pasta sfoglia, soprattutto perché unisce entrambi gli aspetti, ma che non tutti potrebbero conoscere.
La pizza è certamente uno dei piatti più amati dagli italiani, difficile trovare qualcuno che non la ami, non a caso è ritenuta l’ideale quando non si sa cosa mangiare e non si ha grande voglia di cucinare. Anche questa si evolve e può portare a proporre una serie di varianti che possono essere altrettanto appetitose, come la parigina appunto.
Il nome potrebbe far pensare a una pietanza nata in Francia, ma in realtà trae le sue origini da Napoli, che è appunto la città della pizza. In questo caso viene utilizzata la pasta sfoglia, che serve a creare tre diverse consistenze, ma può essere preparata senza troppa difficoltà anche a casa da parte di chi non ha grande manualità ai fornelli.
La sua denominazione non è casuale, ma non ha niente a che fare con la capitale transalpina: Parigina è una crasi di ‘pa’ regin’, ovvero ‘per la regina’. Secondo quanto sostiene la tradizione, tra i primi a prepararla ci sono stati alcun cuochi francesi corte dei Borbone come dedica a una sovrana del Regno delle Due Sicilie. Mettersi di impegno non è impossibile, non è nemmeno necessario lavorare a lungo. Si innnesta su una classica base lievitata, una copertura di pasta sfoglia, preparazione tipica d’Oltralpe.
Per quanto riguarda la farcitura, la più classica prevede prosciutto e mozzarella, che la rende adatta anche ai più piccoli, anche a merenda. “La particolarità sono proprio le tre diverse consistenze – hanno sottolineato i creator di ‘Malati di pizza’ -. Ci sono la base fragrante, il ripieno morbido e la copertura di sfoglia”. L’impasto di base dovrebbe essere fatto lievitare in più tempi, poi lo si stende su una teglia. Una volta farcita, si ricopre tutto con uno strato di sfoglia e si cuoce alla massima temperatura in forno. La cottura sarà considerata ultimata quando la superficie, debitamente spennellata di tuorlo d’uovo, diventa ben dorata. Chi l’ha provata almeno una volta poi difficilmente riesce a rinunciarci.
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